Shardana....i popoli del mare






I Shardana compaiono nel campo di battaglia raffigurato a Medinet Habu sia come alleati dei Libici, sia come milizie mercenarie al soldo diRamses III. Nella raffigurazione utilizzano spade triangolari lunghe, pugnali, lance e soprattutto uno scudo tondo. Il gonnellino è corto, sono dotati di corazza e di un elmo (copricapo) provvisto di corna. Questi elementi sono stati confrontati con statuette in bronzo nuragiche di guerrieri e imbarcazioni, evidenziando alcune somiglianze in particolare nell'equipaggiamento bellico. Tali somiglianze hanno portato alla formulazione di teorieche identificano i Shardana, citati nei documenti a partire dal XVI secolo a.C., con le genti che popolavano, o che avrebbero colonizzato in seguito, la Sardegna: secondo questa ipotesi l'isola avrebbe preso il nome da essi. Le imbarcazioni sono caratterizzate in modo simile da protomi animali e da un albero di forme simili. Gli elmi provvisti di corna, per i Shardana facenti parte delle truppe mercenarie egiziane, sono arricchiti da un disco solare centrale, che è stato ritenuto segno di una loro devozione verso il dio egiziano Amon-Ra.Secondo una tesi del giornalista Sergio Frau che ha avuto larga diffusione mediatica, partendo dall'ipotesi che le mitiche Colonne di Ercole non corrispondano allo stretto di Gibilterra, ma al canale di Sicilia, al centro del mar Mediterraneo e che quindi la mitica Atlantide, situata secondo il racconto di Platone oltre questo punto, non sia altro che la Sardegna, si ipotizza che i Šardana corrispondano alle popolazioni che crearono la civiltà nuragica. Atlantide, sarebbe stata distrutta da grandi maremoti(non esiste peraltro alcuna prova geologica che la Sardegna, e il Mediterraneo occidentale, siano stati devastati da questi maremoti), in conseguenza dei quali, approfittando della propria padronanza dell'arte della navigazione, le popolazioni sarde si sarebbero in parte spostate nelle terre più ricche del Mediterraneo orientale, invadendo l'antico Egitto. Tale teoria, a dire dell'autore, sarebbe suffragata dalla supposta somiglianza tra i bronzetti nuragici e raffigurazioni presenti in alcune tombe egizie dell'epoca dell'invasione. Alcuni Shardana sarebbero quindi emigrati anche nella penisola italica, dove avrebbero dato origine alla civiltà etrusca. Secondo Frau questo potrebbe essere provato dal ritrovamento di suppellettili sarde (come bottoni in bronzo e navicelle votive) nelle tombe di Populonia e dalla testimonianza di Strabone che attribuisce i primi re etruschi ai Sardi.La civiltà nuragica ebbe un tracollo alla fine dell'età del bronzo, come riportato da tutti gli archeologhi in particolare da Giovanni Lilliu, il più famoso e esperto conoscitore della civiltà nuragica. Il motivo di questa crisi non è chiaro, ma si potrebbe ipotizzare sia stato causato da maremoti che hanno sconvolto l'isola e che hanno provocato allagamenti ovunque nelle zone pianeggianti (in particolare nel campidano e nelle zone costiere basse). Ciò si può dedurre dal fatto che tutti i nuraghi situati in queste zone sono parzialmente, se non completamente, sotterrati (o meglio erano sepolti nel fango): lo stesso nuraghe di Barumini, i cui scavi sono stati diretti proprio da Lilliu, era sepolto sotto ben 20 metri di terra. Altri nuraghi che si trovano in altre zone invece sono perfettamente intatti e non c'è segno di sotterramento. Se non per cause naturali, chi e per quale motivo potrebbe aver sotterrato i nuraghi? e come mai solo quelli situati in zone basse, e non anche gli altri?Lo studioso Pierluigi Montalbano esclude l'ipotesi di cataclismi o maremoti, tra l'altro non suffragati da prove archeologiche, e propone una decadenza dovuta al sovrappopolamento e alla mancanza di nuove terre visto che la Sardegna, essendo un'isola, ha un territorio limitato. Lo stesso studioso ipotizza che intorno al X a.C. non si costruiscono più nuraghi e i principali sono trasformati in luoghi di culto. Le prove archeologiche dimostrano l'abbandono della funzione di residenza fortificata per il controllo del territorio suffragato dalla costruzione di torri basse circolari intorno alle preesistenti strutture. Queste nuove torri sono edificate sopra i crolli delle cornici terminali delle torri più antiche e la loro forma richiama a capanne circolari utilizzate per assemblee nelle quali il consiglio si disponeva seduto in circolo all'interno delle strutture.Secondo Alberto Areddu, esiste la possibilità, come già riconosciuto da studiosi quali Bonfante e Schachermeyr, che i "popoli del mare" fossero degli Illiri, stabilitisi in epoca premicenea nell'isole dell'egeo,che si sarebbero aggiunti ai Dori greco-illiri per invadere il bacino del Mediterraneo. Gli elementi linguistici addotti dall'Areddu, che si sarebbero preservati nel sardo odierno, sono stati positivamente recensiti da un balcanologo di fama, quale Emanuele Banfi, dell'Università di Milano. In particolare i Sardi discenderebbero dalla tribù illirica dei Sardeates (dalla città di Sarda, oggi Shurdah in Albania)I Shardana (sardi, nuragici o tirreni=costruttori di torri) erano un popolo molto evoluto sotto molti aspetti: - abili navigatori, costruttori di barche e navi di velocità e dimensioni impensabili per quell'epoca, e dotati di strumenti sconosciuti tuttora; ne sono testimonianza i bronzetti che li raffigurano, che riportano protomi di antilopi e animali sconosciuti in sardegna e nel mediterraneo: è probabile che essi si siano spinti fino alle coste del'africa centrale (capo verde ecc.) - architetti eccezionali, ne è testimonianza il fatto che i nuraghe (se ne contano più di 7.000 sparsi in tutta l'isola), risalenti al 1800-1500 a.c., siano ancora intatti (la maggior parte dei castelli medioevali è in rovina o non se ne trova traccia!) - ottimi fabbri e artigiani, come testimoniato dal ritrovamento di centinaia di migliaia di bronzetti e suppellettili; - socialmente, era una società articolata e formata da diverse classi sociali (esistevano i guerrieri, i commercianti, gli stregoni, gli arcieri, i marinai, le donne che filavano, i fabbri ecc.). A proposito è stato pubblicato (fra i tanti) un libro illustrato, di Angela Demontis: “Il popolo di bronzo”.La teoria divulgata da Leonardo Melis nel suo libro Shardana i popoli del mare, non accolta neppure essa negli ambienti accademici, li fa provenire invece da Ur nel 2000 a.C.circa, dopo il decadimento dell'impero accadico.Il nome della città storica di Sardi (Sardeis) ha fatto ipotizzare ad alcuni studiosi uno stanziamento o una provenienza dei Shardana dalla Lidia, una regione dell'Asia Minoreprossima alla Licia, collegata altrimenti con i Lukka.

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