Il castigo divino...



Per "peste nera" si intende oggi la grande pandemia che uccise gran parte della popolazione europea durante il XIV secolo. Stime attendibili parlano di 25 - 30 milioni di mortisu 75 - 80 milioni di persone allora viventi in Europa.
Nel medioevo non si usava questa denominazione, e si parlava della "grande morìa" o della "grande pestilenza". Furono cronisti danesi e svedesi a impiegare per primi il termine "morte nera" (mors atra, che in realtà deve essere intesa come "morte atroce") riferendolo alla peste del 1347-53, per sottolineare il terrore e le devastazioni di questa epidemia.





"Nero" è quindi impiegato in senso metaforico. Anche se il termine odierno per indicare la peste in norvegese è "den svarte dauden". Nel 1832 questa definizione venne ripresa dal medico tedesco J.F.K. Hecker. Il suo articolo sull'epidemia di peste del 1347-1353, intitolato "La morte nera", ebbe grande risonanza, anche perché venne pubblicato durante un'epidemia di colera.
L'articolo fu tradotto in inglese nel 1833 e pubblicato numerose volte. Da allora i termini "Black Death" o"Schwarzer Tod" (Morte nera) vennero impiegati, soprattutto nelle aree anglofone e germanofone, per indicare l'epidemia di peste del XIV secolo...Molti ritennero che la peste fosse un castigo divino, e cercarono conforto nella religione. Movimenti religiosi nacquero spontaneamente in conseguenza della peste, o nel timore dell'epidemia, e molti di essi sfidavano il monopolio ecclesiastico sulla sfera spirituale. La vita quotidiana era segnata da rogatorie e processioni.
I flagellanti percorrevano le strade delle città. Il culto di San Rocco, patrono degli appestati, divenne particolarmente intenso, e i pellegrinaggi divennero più frequenti. In molti luoghi sorsero chiese votive e altri monumenti, come le cosiddette "colonne della peste", per la paura degli uomini e per il loro desiderio di essere liberati dal flagello.
Nella generale disperazione, vi furono altri che decisero di gustare ogni minuto della vita che gli restava: tra danze e musiche si tentava di allontanare se non il contagio, almeno il pensiero di esso.
L'economia non poteva reggere l'urto dell'epidemia. La mano d'opera moriva, fuggiva, o non riusciva più a svolgere il proprio compito. Per molti non aveva più senso coltivare i campi, se comunque la morte ben presto doveva raggiungerli.

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